Islam & Educazione

Introduzione

 

 

L‘obiettivo di questa parte è di avere una visione globale sulle posizioni che adotta il pensiero islamico rispetto all’educazione del bambino, e questo alla luce dei testi santi (il Corano ed i racconti profetici o Hadith.) Il nostro centro di interesse si trova nell’esame dei principi relazionali utilizzati dal Profeta Mohamed per educare la sua comunità.

Quest’analisi ci permetterà di estrapolare le basi ed applicarle, per quanto possibile, al bambino. Ma prima di ciò, sarebbe interessante definire rapidamente il termine d’educazione, visto dall’islam, e sottolineare nel corano, i versetti che evocano il bambino e la sua educazione.

Definizione dell’educazione vista dall’islam

1) Definizione della tarbiya o l’educazione

Louis Gardet definisce l’educazione così: “La “tarbiya”, “l’educazione” evoca il senso generale “di coltivare”, “far crescere”, così che questo termine applicato al regno animale, significa anche “allevamento” tarbiyat el hayawan. Quando designa l’educazione umana, ha 2 sinonimi avvicinati: Ta’adib, educare senza dubbio, ma correggendo, disciplinando, e soprattutto tahdib, educare, formare, con una prima idea di potare o di raffinare”

Troviamo una definizione un po’ più precisa e complementare alla prima da Hassan Amdouni, che implica al primo momento la nozione di fare crescere “alimentando il bambino d’acqua e di cibo fino a che il suo corpo si sia sviluppato”, in secondo luogo, allarga la definizione con l’espressione “nutrire la ragione, i sentimenti dell’anima nello scopo di rifinire e di perfezionare la personalità.” L’autore ha concluso che “l’islam raccomanda un’educazione omogenea di tutte le entità dell’uomo: il suo corpo, la sua ragione, il suo spirito, i suoi istinti ed i suoi sentimenti, combinando armoniosamente le necessità della vita di quaggiù con le aspirazioni alla vera vita di dell’aldilà”

Infatti, ciò che non bisogna perdere di vista, è l’inculcamento della nozione di bene e di male relativa alla nozione del giudizio ultimo. Da piccolo, il bambino capisce che ci sarà la vita dopo la morte e che ci sarà retribuzione o punizioni secondo gli atti commessi nella dunyia (vita terrena). Una volta responsabile, l’adolescente saprà agire con cognizione di causa; “l’uomo deve agire come se andasse vivere eternamente, ma anche come se andasse morire il giorno dopo. La sua azione più banale deve comportare quest’associazione”.

2) L’importanza dell’educazione religiosa fin dalla tenera età

Globalmente, nel pensiero islamico, l’educazione è fortemente segnata da un’impronta religiosa. Quest’educazione consiste principalmente nel trasmettere al bambino, fin dalla sua più giovane età, due valori fondamentali: la fede e la conoscenza che comporta la rivelazione coranica. “La verità religiosa e la verità morale, sono indissociabilmente legate, e non ci sarebbe un’educazione valida senza una formazione di questo genere” (citato da Dominique Sourdel)

Alla lettura dei differenti pedagoghi arabo-musulmani, ciò che domina quando rievocano il tema dell’educazione, è l’idea di modellatura dell’anima che deve essere effettuata fin dalla più tenera infanzia.

Così El Ghazali filosofo arabo del 12emo secolo, afferma che “il bambino è un deposito affidato ai genitori (da Dio), la sua anima pura è una sostanza preziosa, innocente, spoglia di qualsiasi iscrizione o immagine. Riceve tutto ciò che gli si incide, si inclina là dove lo si inclina” (citato da Gardet)

Ibn Khaldun va nello stesso senso affermando che apprendere durante la giovane età, è come incidere su del marmo. Difatti niente si radica, nello spirito come ciò che si è appreso nella propria infanzia: tutto il resto si costruirà su di esso.”

Per Iwan El Safa, l’inculcamento dei valori religiosi (che implicano i valori sociali e morali) fin dalla prima infanzia ritorna in un certo qual modo a modellare l’anima, nafs, “considerando che l’anima e le sue facoltà di pensieri, afkar Al nufus, prima che vi si inculchi una conoscenza qualunque sia, è simile ad una pagina vergine. Se vi si iscrive la verità, el hak, l’anima ne sarà riempita, e non ci saranno più posti per il falso, el batl, che sarà respinto sistematicamente da essa. Così, quello che è stata inculcato, rifiuterà ogni idea contraria” (citato da Ben Hadj Salah Rachid).