Le Prostrazioni di distrazione: La Diminuzione

L’abbandono di un pilastro.

– Se l’oratore abbandona il Takbir di sacralizzazione, che è un pilastro, la sua preghiera non è valida anche se questo abbandono non è intenzionale o meno, perché la preghiera non è stata avviata.

– Se il pilastro abbandonato volontariamente è diverso dal primo Takbir, la preghiera non è valida.

– Invece, se per dimenticanza, l’oratore abbandona un pilastro della prima rak’ah e che al momento in cui si ne rende conto, ha raggiunto quello stesso pilastro nella seconda rak’ah, allora la prima Rak’ah è annullata e la seconda prende il suo posto. Se l’oratore non ha raggiunto quello stesso pilastro della seconda rak’ah al momento in cui si ne rende conto, allora deve tornare al pilastro abbandonato della prima rak’ah, effettuarlo e completare la sua preghiera. In entrambi i casi, è obbligatorio fare le prostrazioni di distrazione, dopo il taslim.

Esempio: Una persona ha dimenticato la seconda prostrazione, della prima rak’ah e si lo è ricordato quando si è seduto tra le due prostrazioni della seconda rak’ah. Allora la prima rak’ah è annullata, e prende il suo posto la prima rak’ah, vale a dire la seconda rak’ah è considerata come la prima. La persona quindi completa la sua preghiera, effettua le prostrazioni di distrazione, dopo il taslim finale e poi saluta di nuovo.

Un altro esempio: Una persona ha dimenticato di fare durante la prima rak’ah la seconda prostrazione e la posizione seduta che la precede [Nota del traduttore: vale a dire, la posizione seduta tra le due prostrazioni] e si rende conto dell’oblio dopo essersi alzato dall’inclinazione della seconda rak’ah. A questo punto, la persona deve tornare al pilastro dimenticato nella prima rak’ah (vale a dire, la posizione seduto tra due prostrazioni e la seconda prostrazione). Quindi dovra sedersi, fare il resto della sua preghiera, poi eseguire le prostrazioni di distrazione, dopo il taslim finale e salutare di nuovo.

L’abbandono di un obbligo.

– Se l’oratore abbandona volutamente un obbligo della preghiera, la sua preghiera è nulla.

– Se per dimenticanza, egli abbandona un obbligo, poi si lo ricorda, prima di lasciare la posizione di tale obbligo, allora deve compierlo e non deve effettuare le prostrazioni di distrazione.

– Se si lo ricorda dopo aver lasciato la posizione di questo obbligo, ma prima di raggiungere il pilastro successivo, allora deve tornare per adempiere a questo obbligo, finire la sua preghiera poi effettuare le prostrazioni di distrazione, dopo il taslim finale e salutare di nuovo [Nota del traduttore: perché avrà aggiunto gesti nella preghiera.].

– Invece, se ricorda la sua omissione dopo aver raggiunto il pilastro che segue l’obbligo omesso, allora questo non è più da effettuare e l’oratore non deve tornare (a fare l’obbligo omesso), ma continuare la sua preghiera, poi fare le prostrazioni di distrazione prima del taslim finale.

Esempio: Nella seconda rak’ah, una persona si rialza dalla seconda prostrazione per la terza rak’ah dimenticando il primo Tashahud. Poi si rende conto del suo oblio prima di rialzarsi. Allora deve restare seduto, fare il primo Tashahud, completare la sua preghiera e non deve effettuare le prostrazioni di distrazione.

– Se si rende conto del suo oblio, ma prima di alzarsi in piedi(posizione retta), si deve poi sedersi, fare il primo Tachahud, finire la preghiera ed eseguire le prostrazioni di distrazione, dopo il taslim e salutare di nuovo.

– Invece, se si rende conto del suo oblio dopo essersi alzato in piede non deve tornare a fare il primo Tachahud. Dovra terminare la sua preghiera e effettuare le prostrazioni di distrazione, prima del taslim finale.

La prova: Il Hadith narrato da Al Bukhari e altri, da ‘Abdullah ibn Bahina che riferisce:

“Il Profeta effettuando la preghiera del Dohr, si è alzato per la terza rak’ah, senza aver fatto il primo Tashahud. La gente si sono alzati con lui. Alla fine della preghiera, la gente aspettavano che faccia il taslim, il Profeta ha detto il Takbir seduto, ha effettuato due prostrazioni poi ha fatto il taslim”.