L’importanza di non giudicare altrui

Il giorno del giudizio durirà 50 mila anni. Dio prenderà il tempo che occorre per giudicare ciascuno di noi. Tutti i parametri saranno riuniti per un giudizio giusto e che Dio permetterà a ciascuno di essere testimone dei suoi propri errori e delle sue buone azioni.

Allora perché noi abbiamo questa fretta a giudicare l’altro?
Perché questa cattiva abitudine di voler catalogare le persone dopo la loro morte in alcuni secondi quando Dio che ha una conoscenza profonda dei cuori, ha stabilito 50 mila anni per questo…..?

L’atteggiamento che bisogna avere davanti alla morte di qualcuno è il rispetto, la tristezza se ha agito male durante la sua vita e la meditazione sulla sua propria morte ineluttabile.
Sei esenti da errori, hai firmato con Dio un contratto che ti garantisci il Paradiso per permetterti di emettere un parere sulle persone che hanno raggiungo il loro Creatore?

Omar Ibn Al Khattab (che Allah sia soddisfatto di lui) era convinto che se c’era una sola persona che non poteva entrare nel Paradiso su tutta l’umanità questo sarebbe evidentemente lui. Respira a pieno naso la pietà di questi uomini che piangevano sulla loro sorte, chiamando le persone a pentirsi e si pentivano loro stessi quotidianamente. Erano incerti della loro sorte e passavano le notti a piangere… Davanti al convoglio funebre di un ebreo, il nostro nobile Profeta (che la pace sia su lui) si alzò in piedi in segno di rispetto. Ecco l’atteggiamento della misericordia di Dio inviata all’universo.

Smettiamo di puntare il dito verso gli altri e puntiamolo infine su di noi stesse.