Finanza islamica

Uno dei punti principali della finanza islamica è il rifiuto del sistema bancario occidentale, nello specifico il divieto di percepire interessi (Riba, usura). La finanza islamica in realtà si basa anche sul divieto di speculazione e l’irragionevole incertezza, ma questi sono due principi che potrebbero essere condivisi anche dalla finanza comunemente praticata. In base a ciò che dice il Corano inoltre sono vietate le attività economiche legate a distribuzione e produzione di alcol, tabacco, armi, carne suina, pornografia e gioco d’azzardo (haram).

La finanza islamica è inoltre basata sulla trasparenza e sulla tracciabilità dei capitali, cosa che permette di collegare fonti ed impieghi, evitando asimmetrie informative. Mentre la finanza occidentale è interest based, ovvero l’intermediazione dei capitali è basata sul pagamento di un tasso di interesse, sia per la raccolta, sia per l’impiego, in quella islamica è proibita la determinazione a priori delle remunerazioni e i proventi sono calcolati ex post, in base ai redditi relamente conseguiti.

In Italia, nonostante i più di 800 mila immigrati musulmani e le 66 mila circa aziende da loro avviate, le banche non si sono adeguate alle loro esigenze e non esistono strumenti di finanza islamica, nel resto d’Europa non vi è molto,due banche islamiche in Inghilterra,l’Islamic Bank of Britain,costituita nell’Agosto del 2004 e EIIB,European Islamic Investment Bank,con sede a Londra,  negli Stati Uniti le banche hanno aperto filiali islamiche e forniscono prodotti destinati ad una clientela islamica. Il simbolo di tutto questo è l’indice del Dow Jones islamico e la più grande banca di finanza islamica è l’americana Citigroup.

I principi della finanza islamica, sono perfettamente applicabili anche alla finanza occidentale e le permetterebbero di rinnovarsi e ripulirsi. Non per niente la crisi dei mutui subprime non ha toccato il business islamico, anzi ne ha favorito l’espansione e la crescita. Il suo giro di affari nel 2008 è stimato per 5 miliardi di dollari, ed entro due anni potrebbe toccare il trilione di dollari, con una percentuale di crescita del 15% annuo.

Potrebbe quindi la finanza islamica diventare una valida alternativa alla finanza occidentale, sgretolata dalle speculazione e dalla crisi dei mutui.

fonte: Finanza Live